L’aggettivo può essere di due tipi:
– AGGETTIVO QUALIFICATIVO, se aggiunge al nome una qualità;
– AGGETTIVO DETERMINATIVO, se aggiunge al nome una specificazione (possessore, posizione nello spazio, quantità, numero) e se può avere valore di pronome.
L’aggettivo si accorda con il nome a cui si riferisce e varia nel genere e nel numero.
L’aggettivo qualificativo
In italiano, l’aggettivo qualificativo si può posizionare sia prima sia dopo il nome a cui si riferisce. In generale, l’aggettivo che precede il nome ha una funzione descrittiva e un significato figurato, mentre l’aggettivo che segue il nome ha una funzione restrittiva e un significato letterale.
Il genere e il numero
L’aggettivo cambia nel genere e nel numero, cambiando la desinenza.
Si possono distinguere quattro declinazioni dell’aggettivo qualificativo:
- Aggettivi con quattro desinenze: singolare maschile -o, singolare femminile -a, plurale maschile -i, plurale femminile -e;
- Aggettivi con tre desinenze (sono quelli che terminano per -ista, -cida e -ita): singolare maschile e femminile -a, plurale maschile -i, plurale femminile -e;
- Aggettivi con due desinenze: singolare maschile e femminile -e, plurale maschile e femminile -i;
- Aggettivi con una desinenza o invariabili: fanno parte di questo gruppo gli aggettivi pari, impari, dispari, arrosto, amaranto, lilla, rosa, viola, gli aggettivi che terminano con vocale accentata e gli aggettivi di origine straniera che terminano per consonante.
L’accordo dell’aggettivo qualificatico con il nome a cui si riferisce
L’aggettivo qualificativo deve avere lo stesso genere e lo stesso numero del nome a cui si riferisce, ma se l’aggettivo si riferisce contemporaneamente a più nomi allora
- se i nomi sono maschili, l’aggettivo deve essere plurale maschile;
- se i nomi sono femminili, l’aggettivo deve essere plurale femminile;
- se i nomi sono di genere diverso, l’aggettivo deve essere plurale maschile;
I gradi dell’aggettivo qualificativo
Ci sono due gradi dell’aggettivo qualificativo: il grado comparativo e il grado superlativo.
Il grado comparativo stabilisce un confronto tra due o più termini e può essere:
- di maggioranza (si ottiene facendo precedere l’aggettivo dall’avverbio più. Il secondo termine viene introdotto con di, quando non è preceduto da preposizione, o con che, quando è preceduto da preposizione);
- di minoranza (si ottiene facendo precedere l’aggettivo dall’avverbio meno. Il secondo termine è introdotto con di o con che);
- di uguaglianza (Il secondo termine è introdotto con come o con quanto).
Il grado superlativo indica che la qualità è posseduta al grado massimo e può essere:
- relativo (esprime il grado massimo rispetto a un gruppo di persone o cose. Si ottiene facendo precedere l’aggettivo da il più e il secondo termine è introdotto con di);
- assoluto (esprime il grado massimo senza confronto. Si ottiene aggiungendo il suffisso -issimo. Casi particolari: per gli aggettivi che terminano in -eo, -io, -uo si ricorre a parafrasi; gli aggettivi celebre, acre, integro e salubreprendono il suffisso -errimo; gli aggettivi benefico, munifico, benevolo e malevolo prendono il suffisso -entissimo).
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